Il legno, risorsa chiave per un futuro sostenibile.

Intervista a Sebastiano Cerullo, Segretario generale di Conlegno

Intervista a Sebastiano Cerullo, Segretario generale di Conlegno: il consorzio al servizio delle foreste e delle aziende del legno.

Conlegno nasce con l’intento di proteggere il patrimonio forestale e promuovere l’uso del legno come materiale ecocompatibile, indispensabile per le sfide del futuro. Questo consorzio senza scopo di lucro non solo difende la biodiversità, ma si impegna a sostenere le aziende nella scelta di pratiche responsabili lungo tutta la filiera del legno, dall’estrazione della materia prima alla bioedilizia e agli imballaggi. In questa intervista, scopriremo il ruolo cruciale di Conlegno nella valorizzazione delle risorse naturali e nell’economia circolare.

  1. Conlegno è da più di vent’anni accanto alle aziende che si occupano di questa importante materia prima, in che modo li supportate?

Da marzo 2025, ad esempio, Conlegno ha creato un percorso di formazione e informazione per tutti i propri associati per divulgare le tematiche legate al legno e al suo utilizzo. Sono stati organizzati degli incontri in tutta Italia, siamo partiti da Catania, con delle conferenze dal titolo:“Ci sarà abbastanza legno in futuro? Conoscere, valorizzare, certificare la materia prima e la filiera per una gestione forestale sostenibile”.

  1. Il mondo del pallet e degli imballaggi è stato alla base della vostra nascita come consorzio, e fin da subito avete ritenuto fondamentale il concetto di riuso e riciclo di questa materia prima, possiamo dire che per Conlegno la circolarità è un elemento cardine?

Il legno è il materiale strutturale sostenibile per eccellenza, essendo di origine naturale è facile da riutilizzare, riciclare e destinare a filiere circolari. Conlegno ha tra i suoi obiettivi quello di mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sul legno, materia prima fondamentale in più settori dell’economia e che nell’ultimo decennio ha acquisito sempre maggiore spazio nel mercato dell’edilizia, privata e pubblica, proprio in virtù della sua sostenibilità.

  1. Quali sono le nuove frontiere e i settori emergenti in cui vedete opportunità per promuovere il legno come risorsa sostenibile e circolare?

Conlegno, ad esempio, ha recentemente investito per la realizzazione di un software per la progettazione del pallet di legno. Insieme a Rilegno poi, vogliamo massimizzare il recupero, il riutilizzo e il riciclo per diminuire l’uso di legno vergine in alcune importanti applicazioni attraverso tecnologie “sostitutive”. Riteniamo che sviluppare automazione e digitalizzazione sia indispensabile per rendere attrattivo il settore alle nuove generazioni e colmare il gap occupazionale imminente.

  1. Il ruolo delle foreste nel processo di decarbonizzazione è fondamentale, per L’Unione Europea sembra essere centrale e particolarmente focalizzato sulla tutela della biodiversità. Come può aiutarci il mondo del legno a ridurre il riscaldamento globale?

Il legno è in grado di stoccare grandi quantità di CO2eq, sottraendole all’atmosfera, per questa ragione è elemento cardine nel processo di decarbonizzazione. 

In Italia, poi, abbiamo due miniere verdi: da una parte il bosco italiano sottoutilizzato e dall’altra la filiera del recupero, riutilizzo e riciclo del legno”, come spiega il nostro presidente, Massimiliano Bedogna: “Le foreste italiane vanno gestite non solo per i benefici economici che creano, ma anche per i loro benefici socio-ambientali, infatti, il bosco non gestito alimenta i rischi naturali connessi ai cambiamenti climatici come l’impatto di parassiti, dissesti idrogeologici e aumenta il  rischio d’incendio”.

  1. Quando si parla di riscaldamento globale pensiamo in particolare a fenomeni estremi come tornado, alluvioni o siccità, che di conseguenza portano agli inevitabili cambiamenti che avvengono nelle nostre aree agricole e boschive. Interessandoci, come Carbon Planet al settore forestale ci può spiegare come il cambiamento climatico sta influenzando lo stato di salute e lo sviluppo delle nostre foreste? E come si potrebbe intervenire?

Secondo uno studio del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC),le foreste italiane sono a rischio ‘trasloco’: i ricercatori, guidati da Sergio Noce, hanno scelto una ventina di specie, in cinque sezioni montane delle Alpi e degli Appennini, ed hanno valutato due scenari differenti di cambiamento dovuti all’impatto delle emissioni climalteranti. Emerge che in futuro nelle zone nord e nord-orientali degli Appennini si ridurrà il numero di alberi per ettaro; ad essere maggiormente colpiti saranno l’abete bianco, il faggio europeo, il nocciolo e il rovere: è probabile che lasceranno il posto al larice europeo e al cerro per spostarsi più in alto.

L’innalzamento dell’area delle specie avrà conseguenze contrarie sotto vari aspetti: l’avanzata/ritirata minaccerà la biodiversità. In particolar modo, le foreste del bacino del Mediterraneo risulteranno più vulnerabili al verificarsi di eventi naturali estremi e di incendi, ormai più frequenti negli ultimi decenni.

  1. Recenti studi hanno evidenziato come nel prossimo futuro la richiesta di legno per il settore delle costruzioni, ma anche degli imballaggi o delle bio-plastiche sia in notevole aumento, come si potrà soddisfare una domanda in crescita?

In questo contesto, Conlegno rileva che potrebbe mancare legno per pallet e imballaggi a causa di 3 fattori: utilizzo alternativo di alcune misure; sotto misure oggi per il bancale e domani per la produzione di XLAM per la bioedilizia; regolamenti europei di salvaguardia degli habitat che ridurranno il volume di taglio. 

In Polonia sta già succedendo questo: i volumi di taglio si sono ridotti del 30% e se l’economia fosse in un ciclo più positivo, mancherebbero materia prima e dipendenti. Per ovviare a questi rischi, Conlegno avanza alcune proposte. In particolare le soluzioni che proponiamo sono: 

  1. aumentare il tasso del prelievo legnoso italiano per “metterci in sicurezza” aumentando le produzioni forestali Made in Italy e così riducendo le importazioni; 
  2. avere una gestione economica, considerando che un bosco non gestito alimenta i rischi naturali connessi ai cambiamenti climatici come l’impatto di parassiti, dissesti idrogeologici e aumenta il carico d’incendio; 
  3. vedere le foreste come asset produttivo.  
  4. migliorare l’innovazione tecnologica delle imprese e ridurre gli sprechi di legno: con la carbon footprint aziendale, Conlegno permette per conoscere l’impatto sull’ambiente e offre consigli su come ridurlo; 
  5. sviluppare l’ecodesign dei nostri prodotti, pallet ed imballaggi compresi, per ridurre al minimo il materiale utilizzato. 
  1. Il patrimonio boschivo italiano può soddisfare la domanda interna di materia prima?

Secondo dati Fao, il consumo a livello mondiale di legno è destinato a passare dai circa 2,2 miliardi attuali ai 3,2 miliardi del 2050. Per quanto riguarda la situazione italiana, tuttavia, nonostante il patrimonio forestale italiano ammonti a quasi 12 milioni di ettari e interessi circa il 40% del territorio nazionale, comunque sopra la media della Ue che è del 38,6%, il tasso di utilizzazione dei nostri boschi è ancora bassissimo e l’Italia è costretta a importare legno a prezzi maggiorati. Stando ai dati del Masaf (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e Forestale) il prelievo legnoso è stimato al 24% rispetto all’incremento di volume (9 milioni di metri cubi annui, il cui 60% risulta costituito da legna da ardere) contro una media dell’Europa continentale che raggiunge il 54% dell’incremento annuale. Per fare un paragone, a partire da una copertura forestale equivalente, la produzione di legno in Germania è oltre 10 volte quella dell’Italia.

  1. Carbon Planet sta sviluppando progettazioni nel campo della gestione forestale sostenibile allo scopo di generare crediti di carbonio, secondo lei questo può essere utile in un ottica di tutela e miglioramento della situazione forestale?

In Italia, la superficie forestale complessiva negli ultimi 30 anni è triplicata e si è espansa di circa 53mila ettari all’anno a discapito di terreni agricoli e pascolivi abbandonati nelle aree montane e rurali. Questo oltre ad essere uno spreco di materia prima, comporta rischi per il bosco che se non gestito alimenta i rischi naturali connessi ai cambiamenti climatici.

Se l’utilizzo dei crediti di carbonio può rappresentare uno strumento di reddito per i proprietari di boschi, siano essi pubblici o privati, allora riteniamo che questa opportunità debba essere considerata in modo positivo, soprattutto se contribuisce a migliorare la cura e la tutela delle foreste.

È necessario un cambio di paradigma nel modo in cui pensiamo e gestiamo i boschi. In Italia, la normativa sulla tutela forestale è tra le più restrittive d’Europa, ma ciò non si traduce automaticamente in una gestione efficace: solo il 18% delle superfici forestali è soggetto a pianificazione forestale, e appena il 10% di queste aree risulta certificato secondo standard di gestione sostenibile.

  1. Negli ultimi mesi Conlegno si sta dedicando allo studio e all’applicazione della normativa EUDR, il nuovo Regolamento Europeo contro la deforestazione e il degrado forestale che entrerà in vigore nel 2025 in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea abrogando definitivamente il Regolamento Legno (EU Timber Regulation del 2010). Cosa comporterà per le aziende?

L’EUDR si applica a prodotti afferenti a determinate materie prime: legno, soia, bovini, palma da olio, caffè, cacao e gomma naturale. In particolare, per quanto ci riguarda le imprese che importano, trasformano e/o esportano legno e derivati e che saranno obbligate a:

• acquisire un complesso insieme di informazioni per effettuare la dovuta diligenza al fine di dimostrare che i prodotti non contengono legno illegale e/o proveniente da aree soggette a deforestazione o degrado forestale;

  • inserire, sul sistema informativo predisposto dalla Commissione Europea una dichiarazione di dovuta diligenza relativa ad ogni azione commerciale.

Come Conlegno abbiamo predisposto una pagina dedicata sul nostro sito per supportare le aziende nell’applicazione di questa nuova normativa. 

https://www.conlegno.eu/eudr-reg-deforestazione

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